Carissimi,
ho ricevuto questa mail da un giovane (credo) amico di Mestre, che solleva il problema di una recente proposta di modifica alla legge 157 sulla caccia, in chiave, immagino, maggiormente permissiva; in effetti, non abbiamo mai preso una posizione ben definita riguardo all'argomento, e probabilmente a ragione. Rimando i miei commenti e la risposta a seguire la lettera.
----- Original Message -----
From: <...........................>
To: <info@ambientalistiliberal.org>
Sent: Saturday, February 28, 2009 7:46 PM
Subject: Lo scempio della legge 157.Da una prposta dell' On. Orsi. PDL.Cacciatore.........
: Lo scempio della 157.Proposta dell' On. Orsi. PDL.Na
Spettabile Direzione di AMBIENTALISTI LIBERAL,
Credo sia giusto sappiate, nel fortuito caso ignoraste, della "bella" modifica alla legge 157 che il centrodestra ( caldeggiata dall'On ORSI ,PDL , cacciatore), sta per varare......
Io,come tantissimi elettori di centrodestra, sono un ambientalista, e non credo/ crediamo nello stravolgimento della legge 157 sulla caccia.Il teorema : ambiente:sinistra, antiambiente:destra non c'è più da un pezzo. Volevo gentilmente ricordare che i cacciatori/elettori sono circa 700.000, mentre gli altri, (moltissimi anche del PDL), sono,SIAMO molti milioni.Spero contribuiate anche voi a far rientrare le mire dell'onorevole Orsi entro l'ambito della decenza.Anche perchè , se passasse lo stravolgimento voluto dal pdl , molti di noi, in modo civile, corretto,e soprattutto legale, metteremo in atto ogni azione possibile per contrastare un bene di TUTTI. Non esclusivo di una minoranza chiamata : cacciatori italiani.Qui di seguito potete leggere quanto voluto dal nostro centrodestra.Spero ci sia ancora il tempo per una intelligente, quanto totale retromarcia sul tema.
Grazie.Distinti saluti.
M.Beato. Mestre-Venezia.
...........................................................................................
Caro Marco (credo che questo sia il tuo nome..)
anche io, personalmente, sono stato sempre contrario alla caccia, ma per motivi più che altro culturali e, temo, anche perchè continuamente indottrinato in gioventù dalle varie rubriche del WWF e compagni che settimanalmente comparivano (e compaiono..) su Topolino & C.. In effetti, è abbastanza facile chiudere l'argomento affermando quanto sia diseducativo, o peggio, uccidere per divertimento. Il che condanna i cacciatori al ruolo di "cattivi" senza alcuna possibilità di appello.
Tuttavia, da scienziato che studia l'evoluzione del nostro Pianeta, mi interesso anche alla storia dell'Uomo e devo dire che il problema che poni nasce da lontano, e forse deve essere inquadrato in un'ottica leggermente più ampia.
Permettimi quindi una divagazione storico-naturalistica, e perdonami se ti annoio, approfittando del privilegio delle mie molte (beh, almeno parecchie... sigh!) primavere.
Nei primi 5 milioni di anni della sua evoluzione, l'Uomo è sempre stato cacciatore-raccoglitore, ed a quanto pare se la cavava piuttosto bene, almeno a giudicare dai resti fossili e da quanto sappiamo del regime di vita degli ultimi popoli cacciatori attuali.
L'altezza media degli uomini di Cro-magnon, l'ultima popolazione di cacciatori-raccoglitori europei, era di 178 cm., le lacune dentarie (indice di buona alimentazione) inferiori a due, l'età media degli adulti superiore a 70 anni, il livello culturale estremamente avanzato (lo testimonia il valore artistico delle pitture rupestri in numerose grotte europee), la vita gradevole (si calcola che le operazioni di caccia e raccolta occupassero mediamente 4-6 ore giornaliere, lasciando ampio spazio alle attività sociali) ed in perfetta armonia con l'ambiente. L'organizazione sociale era basata sul clan, gruppo familiare allargato composto normalmente di qualche decina di individui, spesso riuniti in tribù da rapporti di parentela o di vicinato, quindi ogni decisione veniva presa collegialmente. La vita nomade, scandita dalle esigenze stagionali, impediva l'accumulo di ricchezza (che non poteva essere trasportata), lo sviluppo di malattie epidemiche e l'eccessivo aumento della popolazione, che si manteneva stabile, nell'Europa continentale, su alcune decine di migliaia di individui. La conoscenza del proprio ambienta naturale era eccellente e l'alimentazione completa: gli attuali cacciatori-raccoglitori superstiti, Boscimani e Koisan, raccolgono ed usano oltre 200 specie vegetali, e per ciascuna hanno un nome preciso.
Circa 10.000 anni fa, nelle pianure del medio oriente, iniziò a svilupparsi la tecnologia agricola: la possibilità di produrre direttamente il proprio cibo permise alle popolazioni umane di liberarsi dalle necessità di spostamento, anzi, vincolò sempre più strettamente i gruppi umano al proprio territorio.
In breve, la maggiore disponibilità di cibo permise un rapidissimo aumento della poplazione: un elevato numero di figli diveniva infatti necessario per i lavori dei campi. Nelle zone agricole, che si espandevano sempre di più a scapito della foresta, le comunità si organizzarono in società complesse: divenne necessario difendere il proprio territorio e le proprie ricchezze, si imposero caste di artigiani, soldati, amministratori, sacerdoti e principi... ed ovviamente moltitudini di contadini. Se il cibo disponibile divenne quantitativamente molto di più, tuttavia ne scapitò la qualità: la massima parte della popolazione viveva praticamente solo di poche specie di cereali, con ridottissimi apporti di proteine animali e vitamine. La qualità della vita si deteriorò di pari passo con l'ambiente e l'aumento della poplazione: la vita media passò da 70 a 30 anni, l'altezza si ridusse sotto i 150 cm, le lacune dentarie (mediamente 8) evidentissime anche in individui giovani; a causa della sovrappopolazione si svilupparono malattie epidemiche, molte delle quali dovute alla stretta convivenza con gli animali domestici. Per contro, una ristretta casta di principi e potenti, selezionati su base genetica, poterono godere di agi e ricchezze prima sconosciuti.
In poche migliaia di anni le poplazioni di agricoltori spazzarono via i cacciatori ed il loro ecosistema naturale, devastando aree sempre più ampie di territorio che progressivamente cedette alla desertificazione (andate a vedere oggi come è ridotta la "mezzaluna fertile"), aumentando di numero di dieci, cento, mille volte...
Per contro oggi abbiamo una società tecnologica industriale, la sifilide, l'aids, la coca-cola ed internet... e solo oggi, noi del ricco e privilegiato occidente, stiamo riavvicinandoci ai livelli fisici e di benessere sanitario del povero Cro-magnon!!
Con questo, non intendo fare il conto se i benefici superino o no i costi, oramai la frittata è fatta... ma, personalmente, mi permetto di rifiutare l'equazione cacciatore=cattivo / ambientalista=buono.
Il cacciatore (in genere) conosce, cura e rispetta il suo territorio, se non altro per il suo interesse.
Il "buon" ambientalista verde pretende alimenti "biologici" e "no OGM", fregandosene se per produrre quegli alimenti è necessario impegnare dieci volte l'estensione agraria rispetto alle tecniche tradizionali... e chi se ne frega se, da qualche parte, molto lontano, altrettanti ettari di foresta dovranno essere abbattuti per compensare la sua alimentazione privilegiata.
Cari amici e caro Marco, non fraintendetemi, con questo non intendo giustificare una legge che permetta a chiunque abbia un fucile di venimi a rompere i coglioni la domenica mattina calpestando le verdure del mio orto (che non ho...), ma avrei piacere di suscitare una discussione sull'argomento.
Al nostro interno abbiamo sia appassionati (e corretti) cacciatori (forza Lorenzo..), sia agguerrite e rigorose custodi di ogni tipo di fauna selvatica. terrestre o marina (Doriana, ci sei?), sia veterinari e ricercatori che si occupano da tempo di fauna selvatica, ciascuno con le proprie idee ed esperienze.
Metterò la lettera sul nostro BLOG (che da troppo tempo langue..) sperando che alla discussione possano intervenire anche altre persone.
Poi, se sarà il caso (ma io all'Espresso, perdonatemi, credo poco...) prenderemo una posizione in merito.
Buona serata a tutti!!!
Antonio Moretti
Coordinatore del Comitato Scientifico
Ambientalisti Liberal
lunedì 2 marzo 2009
martedì 20 gennaio 2009
Come volevasi dimostrare.........
…….cattivo tempo Anche nel nuovo anno!
Con il nuovo anno siamo pieni di speranze e buoni propositi ma veniamo presto distolti da questa sorta di magia positiva dal sopraggiungere di nuove situazioni metereologiche avverse che colpiscono il nostro Paese tanto per cambiare!
Da notizie apprese alcuni giorni fa una perturbazione violentissima, proveniente dall’Africa dopo aver fatto vittime e seminato distruzioni in Algeria e Tunisia, ha raggiunto le regioni mediterranee, scagliandosi su Calabria e Sicilia. In entrambe le regioni sono caduti anche 300 millimetri di pioggia in 24 ore alle pendici dell’Etna e in alcune zone della provincia di Lamezia Terme, con venti molto forti. Una situazione preoccupante che ha sollecitato un gruppo del Dipartimento della Protezione Civile a recarsi in Calabria per garantire un’attenta sorveglianza.
Ancora una volta le piogge intense hanno fatto da protagoniste nelle prime settimane del nuovo anno, abbattendosi in poche ore sulla Calabria, creando non solo disagi alla circolazione stradale ma numerosi allagamenti. Ne sono esempi: una strada provinciale nei pressi d i Catanzaro Lido che è stata invasa da fango e detriti, in provincia di Reggio Calabria è stata chiusa al traffico la statale SS 106 sia a causa di una frana in località Africo e sia per lo straripamento del fiume Magliacane in località Botricello.
A Bivongi, comune al confine tra l’Aspromonte e le Serre, il fango e i detriti hanno provocato l’interruzione della strada provinciale che consente l’accesso al paese.
Quanti danni il maltempo ha portato alle infrastrutture!
A Crotone la situazione è stata veramente preoccupante perché l’alto tasso di piovosità ha sì comportato l’allagamento delle principali arterie cittadine ma anche l’innalzamento del livello del fiume Esaro. A tal proposito sono state sgomberate in modo precauzionale quattro edifici scolastici e un edificio di recente costruzione lambito dal letto del Fiume Esaro.
I mezzi del Comune e dei Vigili del fuoco sono dovuti intervenire sulla via per Capo Colonna dove sorgono lottizzazioni sulle colline di argilla. In particolare un costone d’argilla su via Poseidone è crollato creando pericolo per alcune ville della zona e le ruspe , hanno dovuto abbattere i cordoli di un ponte in località Trafinello, alla periferia sud, per far defluire le acque del torrente Esposito che lo aveva invaso.
A Strongoli è straripato il torrente Sinoro e la vecchia statale 492 che conduce al paese è inagibile per un tratto di 2 km. Problematica anche la situazione lungo la statale 106 nella zona industriale del Passovecchio a nord e Steccato di Cutro a Sud.
Da una notizia più recente (19 gennaio) si apprende che è stato chiesto lo stato di calamità per fronteggiare la situazione così critica che stà vivendo il Crotonese.
Basta piogge, non se ne può più! La presenza del sole per alcuni giorni sembra voler riportare armonia e un respiro di sollievo affinchè la natura riprenda a vivere normalmente! Ma ritornerà a piovere…………
Al di là degli eventi meteo ci si chiede: come fronteggiare, dal lato pratico, queste emergenze che sempre più si abbattono sulle nostre regioni? Non possiamo sperare solo nell’aiuto del buon Dio ma sono necessari aiuti concreti verso i Comuni più colpiti! E’ questa una delle priorità che i governatori dovrebbero valutare concretamente per tutelare le nostre regioni.
buon 2009 a tutti!!!
Alessandra Massaro- Geologo
Cosenza- Calabria
Reggio Calabria, 19 gen - A qualche giorno dal violentissimo nubifragio, che si e' abbattuto sulla Locride e sull'intera Calabria, la conta dei danni e' ingente: frane, crepacci, smottamenti, inondazioni, allagamenti, danni alle infrastrutture ed ai fondi agricoli. Questo il triste bollettino. Servono interventi speciali e risarcimenti rapidi ai Comuni, uniche soluzioni reali per correre veramente in aiuto alle popolazioni messe cosi' duramente messe alla prova dal maltempo. Di questo e' convinto l'on. Nino Foti (Pdl), che dichiara: ''dopo la tempesta, e' giusto che, grazie all'impegno del Governo centrale, anche nella Locride torni a risplendere il sereno. Le incessanti piogge, cadute in questi giorni, hanno creato problemi di viabilita' su alcune strade sia perche' hanno causato profonde buche sia per il fango e i detriti che si sono accumulati lungo le vie di collegamento tra i centri abitati''.
Con il nuovo anno siamo pieni di speranze e buoni propositi ma veniamo presto distolti da questa sorta di magia positiva dal sopraggiungere di nuove situazioni metereologiche avverse che colpiscono il nostro Paese tanto per cambiare!
Da notizie apprese alcuni giorni fa una perturbazione violentissima, proveniente dall’Africa dopo aver fatto vittime e seminato distruzioni in Algeria e Tunisia, ha raggiunto le regioni mediterranee, scagliandosi su Calabria e Sicilia. In entrambe le regioni sono caduti anche 300 millimetri di pioggia in 24 ore alle pendici dell’Etna e in alcune zone della provincia di Lamezia Terme, con venti molto forti. Una situazione preoccupante che ha sollecitato un gruppo del Dipartimento della Protezione Civile a recarsi in Calabria per garantire un’attenta sorveglianza.
Ancora una volta le piogge intense hanno fatto da protagoniste nelle prime settimane del nuovo anno, abbattendosi in poche ore sulla Calabria, creando non solo disagi alla circolazione stradale ma numerosi allagamenti. Ne sono esempi: una strada provinciale nei pressi d i Catanzaro Lido che è stata invasa da fango e detriti, in provincia di Reggio Calabria è stata chiusa al traffico la statale SS 106 sia a causa di una frana in località Africo e sia per lo straripamento del fiume Magliacane in località Botricello.
A Bivongi, comune al confine tra l’Aspromonte e le Serre, il fango e i detriti hanno provocato l’interruzione della strada provinciale che consente l’accesso al paese.
Quanti danni il maltempo ha portato alle infrastrutture!
A Crotone la situazione è stata veramente preoccupante perché l’alto tasso di piovosità ha sì comportato l’allagamento delle principali arterie cittadine ma anche l’innalzamento del livello del fiume Esaro. A tal proposito sono state sgomberate in modo precauzionale quattro edifici scolastici e un edificio di recente costruzione lambito dal letto del Fiume Esaro.
I mezzi del Comune e dei Vigili del fuoco sono dovuti intervenire sulla via per Capo Colonna dove sorgono lottizzazioni sulle colline di argilla. In particolare un costone d’argilla su via Poseidone è crollato creando pericolo per alcune ville della zona e le ruspe , hanno dovuto abbattere i cordoli di un ponte in località Trafinello, alla periferia sud, per far defluire le acque del torrente Esposito che lo aveva invaso.
A Strongoli è straripato il torrente Sinoro e la vecchia statale 492 che conduce al paese è inagibile per un tratto di 2 km. Problematica anche la situazione lungo la statale 106 nella zona industriale del Passovecchio a nord e Steccato di Cutro a Sud.
Da una notizia più recente (19 gennaio) si apprende che è stato chiesto lo stato di calamità per fronteggiare la situazione così critica che stà vivendo il Crotonese.
Basta piogge, non se ne può più! La presenza del sole per alcuni giorni sembra voler riportare armonia e un respiro di sollievo affinchè la natura riprenda a vivere normalmente! Ma ritornerà a piovere…………
Al di là degli eventi meteo ci si chiede: come fronteggiare, dal lato pratico, queste emergenze che sempre più si abbattono sulle nostre regioni? Non possiamo sperare solo nell’aiuto del buon Dio ma sono necessari aiuti concreti verso i Comuni più colpiti! E’ questa una delle priorità che i governatori dovrebbero valutare concretamente per tutelare le nostre regioni.
buon 2009 a tutti!!!
Alessandra Massaro- Geologo
Cosenza- Calabria
Reggio Calabria, 19 gen - A qualche giorno dal violentissimo nubifragio, che si e' abbattuto sulla Locride e sull'intera Calabria, la conta dei danni e' ingente: frane, crepacci, smottamenti, inondazioni, allagamenti, danni alle infrastrutture ed ai fondi agricoli. Questo il triste bollettino. Servono interventi speciali e risarcimenti rapidi ai Comuni, uniche soluzioni reali per correre veramente in aiuto alle popolazioni messe cosi' duramente messe alla prova dal maltempo. Di questo e' convinto l'on. Nino Foti (Pdl), che dichiara: ''dopo la tempesta, e' giusto che, grazie all'impegno del Governo centrale, anche nella Locride torni a risplendere il sereno. Le incessanti piogge, cadute in questi giorni, hanno creato problemi di viabilita' su alcune strade sia perche' hanno causato profonde buche sia per il fango e i detriti che si sono accumulati lungo le vie di collegamento tra i centri abitati''.
lunedì 19 gennaio 2009
riunione 20 dicembre 2008
Carissimi amici
E’ la prima volta che mi prendo il fardello di informare tutti gli amici e simpatizzanti del nostro gioioso e creativo movimento- delle nostre riunioni; non averlo fatto in passato è stato un imperdonabile trascuratezza. Noi che riteniamo che il grande filosofo Popper spandeva sciami di verità quando asseriva che “nella cosa pubblica, tutto deve essere pubblico” non possiamo non applicare con rigore questo principio politico e morale. Da un altro punto di vista possiamo ritenere la dimenticanza cosa lieve, dato che non avendo nulla da nascondere, la nostra cristallina trasparenza dei nostri incontri diventa un fatto postumo di sbadatezza, non un cinico, sdrucciolo e grigio modo per coprire le nostre nequizie.
Ma vediamo di esporre quanto è accaduto:
La presenza alla riunione è stata ottima, tra responsabili territoriali, membri del comitato scientifico, amici vecchi e nuovi, che hanno seguito con attenzione il nostro dibattito o sono intervenuti nella discussione, erano presenti oltre 50 persone. Tutti i nuovi amici hanno aderito alla nostra Associazione e si sono rese disponibili a dare corpo alle nostre iniziative. Cito fra i tanti il prof. Gianluca Ferrini, ordinario di Speleologia alla università dell’Aquila che si impegnerà nel gruppo di lavoro della economia turistica con particolare riguardo all’eco-turismo. Così come salutiamo con gioia l’adesione di Maurizio da Cecina, un conoscitore delle problematiche legate all’agriturismo.
Nella relazione iniziale Andra Bertolini ha esposto le iniziative realizzate in questi ultimi mesi:
o La costituzione del centro-studi, che rappresenta un’importante passo verso la costituzione di quel pensatoio politico-ecologico che fin dall’inizio costituisce uno dei nostri obiettivi primari, e che potrà far lievitare la nostra cultura e le nostre proposte ambientali diffondendole fra i parlamentari e i senatori del costituente Pdl.
o Le linee di indirizzo politico da mettere, con umiltà e spirito di servizio al nostro sedicente e sfuggente Ministero dell’Ambiente e del territorio.
o L’importanza del nuovo orizzonte legato alla economia turistica, che ci vede come possibili protagonisti di una innovazione fondamentale nell’ambito del mondo ambientalista, facendo dell’ambiente una condizione per una fase nuova di trasformazione della economia italiana, necessitata dalle profonde modifiche che stanno avvenendo nella economia globale.
o Il progetto – per un parco storico, culturale, letterario e fluviale sul fiume Tevere - dove potremo mettere in atto le nostre innovazione culturali e di politica ambientale.
Infine ha toccato la questione della fusione in F.I. come tappa intermedia nell’iter di fondazione del PDL.
Antonio Moretti ha tracciato in forme sintetiche l’attività del comitato scientifico e si è soffermato, in vista della nostra confluenza in FI, ad approfondire la posizione degli Ambientalisti Liberal su uno dei temi chiave che accalora molti protagonisti del dibattito politico-ecologico: quello legato ai cambiamenti climatici e all’effetto serra. A questo riguardo non è certo nostra intenzione negare la realtà delle modificazioni in senso caldo che sta subendo il clima del Pianeta, ne le drammatiche ripercussioni che ne deriveranno per le economie di una parte delle popolazioni, in particolare quelle delle fasce temperate-tropicali. Proprio per questo motivo, tuttavia, la nostra società non si può più permettere le intromissioni nel campo ambientale di fanfaroni e catastrofisti in cercadi voti, tanto incompetenti quanto rapaci, ma di seri e preparati “medici del Pianeta”, in grado di suggerire alla governance politica le strategie per la transizione, a lungo termine, verso un più equilibrato modello di sviluppo.
Per quanto mi riguarda sarà breve: ho ripercorso i momenti più significativi della nostra breve ma ricca storia.
Mi sono soffermato nel riaffermare il nostro modo di sentire, concepire e pratica la politica, che è altro da quella di molti altri protagonisti della attuale fase della vita pubblica. Mi sono soffermato sul pericolo, molto diffuso in questo paese, della sindrome culturale dei duri e puri, chiusi nel loro piccolo mondo, schifati di tutto e tutti, pronti ad accusare, negare, vivisezionare gli altri, meno loro stessi. Urlanti su tutto e tutti, incapaci di incidere su nulla e pronti sempre ad elevare la loro presunta purezza a criterio unico di scelte, valori e modi d’essere. Risultato di questo impasto: sterilità del fare e incapacità di mettersi seriamente in gioco e svolgere quella funzione che, il Cristianesimo ci ha insegnato, di farsi missionari, andare in terre pericolose, portare nuovi valori e idee a popoli in altro affaccendati. Insomma la nostra entrata in F.I. è la rottura di questa –sindrome dei duri e puri- e portare le nostre idee come i buoni agricoltori dissodano e seminano terreni aridi e sterili.
Il pericolo di essere ignorati, boicottati, cancellati, esiste, ma questa è la nostra scommessa già iniziativa mesi fa; le altre strade sono poco praticabili e del tutto lontane dalla nostra convinzione : di essere un piccolo gruppo con, per dirla alla Veltroni, con vocazione maggioritaria, ma a differenza del Valter, con la voglia, lo slancio, la determinazione, e la consapevolezza di fare di tutto per farcela.
Gli “ ambientalisti liberal” continueranno ad essere quelli che sono stati, a fare quello che hanno sempre fatto : creare politica e tentare di coinvolgere e convincere gli altri della politica a farle proprie ed attuarle. Il nostro movimento si aprirà a tutti quelli che condividono le nostre proposte, lo farà in modo rigorosamente trasversale, ma senza concedere nulla ai soliti pifferai e –seduttori del nulla per il nulla-.
Terminato il mio intervento vi sono stati vari interventi interessanti:
L’avvocato Schiavone (uno dei coordinatori della Campania) ha evidenziato l’esigenza di un maggior impegno del movimento sulla questione Napoli e sulla questione dei rifiuti urbani e speciali pericolosi.
Tommaso Piccino ha sottolineato l’importanza di un impegno per risolvere la delicata e devastante questione dei- rifiuti speciali pericolosi-
Giovanni Pino ha informato su nuove tecnologie sperimentali che sono alla prova in un centro dell’ Enel, per la sintesi diretta di idrocarburi a partire da rifiuti domestici.
Vi è stato un intervento di Paolo Montesi responsabile della comunicazione che ha evidenziato l’importanza di veicolare al meglio le nostre idee.
Il prof. Ferrini che ha dato la sua piena disponibilità ad impegnarsi nella associazione. Lo stesso dicasi per il nostro nuovo amico toscano di Cecina, e di Jiri Lecian, professore di Organo al Conservatorio di S.Cecilia (che ci ha allietato di alcuni aneddoti storici sui ponti di Roma) e di altri.
Spero di non avere dimenticato nessuno.
Vi è stata poi la votazione inerente la entrata in F.I., che vorrei presentare come: una presenza interna-esterna, dal momento che noi siamo e saremo presenti come – Ambientalisti Liberal-.L’entrata in F.I. è stata votata da tutti, salvo una astensione che mi ha fatto molto piacere, per evitare che qualche d’uno ci accusi di decisioni bulgare.
Io ho finito, vorrei solo ricordare che il modo migliore per onorare il Natale e l’inizio di un nuovo anno è creare vita, un plus di vita in noi e negli altri; lottare per liberare noi e gli altri dal buio dei pre-giudizi, dei pre-concetti.
Liberarci dalle facile illusioni e dalle facili e comode idee del- ritenerci migliori di quanto non siamo-. Io non sono credente ma, tengo in grande conto quanto riportato dal vecchio testamento “ guai a chi vede la pagliuzza negli occhi degli altri e non vede la trave nei suoi occhi..” Così come mi colpì molto quella frase di quel grande personaggio storico che è Gesù”… chi voi non ha mai peccato scagli la prima pietra…” Che questi giorni siano, per credenti e non credenti,, occasione per ascoltarci, interrogarci, dare risposte che possono dare luce al buio, movimento alla stagnate staticità. Infine credo che di un’altra cosa sono debitore a Gesù: l’importanza di non parlare di amore, ma sentire, vivere amore per un mondo che sia un po’ meno peggio di quello di oggi. Meglio un cambiamento piccolo, ma possibile, rispetto ad un paradiso terrestre che vive solo nelle idee e non nelle strade e nelle piazze di questo sgangherato paese.
Con sincero affetto
Silvano Vinceti
E’ la prima volta che mi prendo il fardello di informare tutti gli amici e simpatizzanti del nostro gioioso e creativo movimento- delle nostre riunioni; non averlo fatto in passato è stato un imperdonabile trascuratezza. Noi che riteniamo che il grande filosofo Popper spandeva sciami di verità quando asseriva che “nella cosa pubblica, tutto deve essere pubblico” non possiamo non applicare con rigore questo principio politico e morale. Da un altro punto di vista possiamo ritenere la dimenticanza cosa lieve, dato che non avendo nulla da nascondere, la nostra cristallina trasparenza dei nostri incontri diventa un fatto postumo di sbadatezza, non un cinico, sdrucciolo e grigio modo per coprire le nostre nequizie.
Ma vediamo di esporre quanto è accaduto:
La presenza alla riunione è stata ottima, tra responsabili territoriali, membri del comitato scientifico, amici vecchi e nuovi, che hanno seguito con attenzione il nostro dibattito o sono intervenuti nella discussione, erano presenti oltre 50 persone. Tutti i nuovi amici hanno aderito alla nostra Associazione e si sono rese disponibili a dare corpo alle nostre iniziative. Cito fra i tanti il prof. Gianluca Ferrini, ordinario di Speleologia alla università dell’Aquila che si impegnerà nel gruppo di lavoro della economia turistica con particolare riguardo all’eco-turismo. Così come salutiamo con gioia l’adesione di Maurizio da Cecina, un conoscitore delle problematiche legate all’agriturismo.
Nella relazione iniziale Andra Bertolini ha esposto le iniziative realizzate in questi ultimi mesi:
o La costituzione del centro-studi, che rappresenta un’importante passo verso la costituzione di quel pensatoio politico-ecologico che fin dall’inizio costituisce uno dei nostri obiettivi primari, e che potrà far lievitare la nostra cultura e le nostre proposte ambientali diffondendole fra i parlamentari e i senatori del costituente Pdl.
o Le linee di indirizzo politico da mettere, con umiltà e spirito di servizio al nostro sedicente e sfuggente Ministero dell’Ambiente e del territorio.
o L’importanza del nuovo orizzonte legato alla economia turistica, che ci vede come possibili protagonisti di una innovazione fondamentale nell’ambito del mondo ambientalista, facendo dell’ambiente una condizione per una fase nuova di trasformazione della economia italiana, necessitata dalle profonde modifiche che stanno avvenendo nella economia globale.
o Il progetto – per un parco storico, culturale, letterario e fluviale sul fiume Tevere - dove potremo mettere in atto le nostre innovazione culturali e di politica ambientale.
Infine ha toccato la questione della fusione in F.I. come tappa intermedia nell’iter di fondazione del PDL.
Antonio Moretti ha tracciato in forme sintetiche l’attività del comitato scientifico e si è soffermato, in vista della nostra confluenza in FI, ad approfondire la posizione degli Ambientalisti Liberal su uno dei temi chiave che accalora molti protagonisti del dibattito politico-ecologico: quello legato ai cambiamenti climatici e all’effetto serra. A questo riguardo non è certo nostra intenzione negare la realtà delle modificazioni in senso caldo che sta subendo il clima del Pianeta, ne le drammatiche ripercussioni che ne deriveranno per le economie di una parte delle popolazioni, in particolare quelle delle fasce temperate-tropicali. Proprio per questo motivo, tuttavia, la nostra società non si può più permettere le intromissioni nel campo ambientale di fanfaroni e catastrofisti in cercadi voti, tanto incompetenti quanto rapaci, ma di seri e preparati “medici del Pianeta”, in grado di suggerire alla governance politica le strategie per la transizione, a lungo termine, verso un più equilibrato modello di sviluppo.
Per quanto mi riguarda sarà breve: ho ripercorso i momenti più significativi della nostra breve ma ricca storia.
Mi sono soffermato nel riaffermare il nostro modo di sentire, concepire e pratica la politica, che è altro da quella di molti altri protagonisti della attuale fase della vita pubblica. Mi sono soffermato sul pericolo, molto diffuso in questo paese, della sindrome culturale dei duri e puri, chiusi nel loro piccolo mondo, schifati di tutto e tutti, pronti ad accusare, negare, vivisezionare gli altri, meno loro stessi. Urlanti su tutto e tutti, incapaci di incidere su nulla e pronti sempre ad elevare la loro presunta purezza a criterio unico di scelte, valori e modi d’essere. Risultato di questo impasto: sterilità del fare e incapacità di mettersi seriamente in gioco e svolgere quella funzione che, il Cristianesimo ci ha insegnato, di farsi missionari, andare in terre pericolose, portare nuovi valori e idee a popoli in altro affaccendati. Insomma la nostra entrata in F.I. è la rottura di questa –sindrome dei duri e puri- e portare le nostre idee come i buoni agricoltori dissodano e seminano terreni aridi e sterili.
Il pericolo di essere ignorati, boicottati, cancellati, esiste, ma questa è la nostra scommessa già iniziativa mesi fa; le altre strade sono poco praticabili e del tutto lontane dalla nostra convinzione : di essere un piccolo gruppo con, per dirla alla Veltroni, con vocazione maggioritaria, ma a differenza del Valter, con la voglia, lo slancio, la determinazione, e la consapevolezza di fare di tutto per farcela.
Gli “ ambientalisti liberal” continueranno ad essere quelli che sono stati, a fare quello che hanno sempre fatto : creare politica e tentare di coinvolgere e convincere gli altri della politica a farle proprie ed attuarle. Il nostro movimento si aprirà a tutti quelli che condividono le nostre proposte, lo farà in modo rigorosamente trasversale, ma senza concedere nulla ai soliti pifferai e –seduttori del nulla per il nulla-.
Terminato il mio intervento vi sono stati vari interventi interessanti:
L’avvocato Schiavone (uno dei coordinatori della Campania) ha evidenziato l’esigenza di un maggior impegno del movimento sulla questione Napoli e sulla questione dei rifiuti urbani e speciali pericolosi.
Tommaso Piccino ha sottolineato l’importanza di un impegno per risolvere la delicata e devastante questione dei- rifiuti speciali pericolosi-
Giovanni Pino ha informato su nuove tecnologie sperimentali che sono alla prova in un centro dell’ Enel, per la sintesi diretta di idrocarburi a partire da rifiuti domestici.
Vi è stato un intervento di Paolo Montesi responsabile della comunicazione che ha evidenziato l’importanza di veicolare al meglio le nostre idee.
Il prof. Ferrini che ha dato la sua piena disponibilità ad impegnarsi nella associazione. Lo stesso dicasi per il nostro nuovo amico toscano di Cecina, e di Jiri Lecian, professore di Organo al Conservatorio di S.Cecilia (che ci ha allietato di alcuni aneddoti storici sui ponti di Roma) e di altri.
Spero di non avere dimenticato nessuno.
Vi è stata poi la votazione inerente la entrata in F.I., che vorrei presentare come: una presenza interna-esterna, dal momento che noi siamo e saremo presenti come – Ambientalisti Liberal-.L’entrata in F.I. è stata votata da tutti, salvo una astensione che mi ha fatto molto piacere, per evitare che qualche d’uno ci accusi di decisioni bulgare.
Io ho finito, vorrei solo ricordare che il modo migliore per onorare il Natale e l’inizio di un nuovo anno è creare vita, un plus di vita in noi e negli altri; lottare per liberare noi e gli altri dal buio dei pre-giudizi, dei pre-concetti.
Liberarci dalle facile illusioni e dalle facili e comode idee del- ritenerci migliori di quanto non siamo-. Io non sono credente ma, tengo in grande conto quanto riportato dal vecchio testamento “ guai a chi vede la pagliuzza negli occhi degli altri e non vede la trave nei suoi occhi..” Così come mi colpì molto quella frase di quel grande personaggio storico che è Gesù”… chi voi non ha mai peccato scagli la prima pietra…” Che questi giorni siano, per credenti e non credenti,, occasione per ascoltarci, interrogarci, dare risposte che possono dare luce al buio, movimento alla stagnate staticità. Infine credo che di un’altra cosa sono debitore a Gesù: l’importanza di non parlare di amore, ma sentire, vivere amore per un mondo che sia un po’ meno peggio di quello di oggi. Meglio un cambiamento piccolo, ma possibile, rispetto ad un paradiso terrestre che vive solo nelle idee e non nelle strade e nelle piazze di questo sgangherato paese.
Con sincero affetto
Silvano Vinceti
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