martedì 18 novembre 2008

Comunicato del PRESIDENTE!

Ai membri del coordinamento nazionale
Ai responsabili territoriali
Ai simpatizzanti
Ai membri del comitato scientifico






La lunga marcia verso la terra promessa

Carissimi amici,
diceva Platone che il politico è il medico della società: se sarà un bravo o cattivo medico lo si vedrà dai risultati della sua terapia sul paziente e quindi dalla giustezza della sua diagnosi.
Se dovessi applicare questa categoria intellettuale ai nostri-nostrani e poco ruspanti politici italici si sarebbe portati ad affermare che le scuole di medicina funzionano male e che più che medici abbondano dei retori e sofisti della medicina. In tempi convulsi, complessi e contradditori, dove sembra che alla logica dei fatti sia stata sostituita la creatività dei non fatti, occorre essere astuti e scaltri, prudenti e diffidenti, attenti e riflessivi.
Una piccola per quanto determinata formazione culturale-politica, come la nostra, non si può concedere errori o distrazioni. E’ saggia regola di condotta sapere anche quando occorre aspettare, il che non vuole dire arrendevolezza o debolezza, ma bisogna mettere in soffitta il –tempo- ed attendere per ripartire.
In queste settimana il mio silenzio, non è stata una manifestazione di inazione o, di messianica attesa nel miracolo laico. Ho scrutato fra le pieghe della realtà politica per individuare il varco offertoci per proseguire il nostro cammino. Per non tediarvi eccessivamente preferisco ripartire il mio scritto in parti riguardanti il nostro scanzonato, impegnato, appassionato tentativo di dare soddisfazione alla nostra volontà politica.

Stato di avanzamento della nostra prima attuazione sul campo di una nuova cultura ambientalista.

Abbiamo finalmente avuto un riconoscimento della nostra nuova impostazione culturale, imperniata sul fare –dell’ambiente- una opportunità economica, occupazionale, turistica e contestualmente di recupero della memoria e identità storica di una comunità.
Il progetto – per un parco storico-culturale-letterario e fluviale sul fiume Tevere- è stato approvato.
Nei prossimi giorni, grazie alla collaborazione di alcuni membri del comitato scientifico del nostro movimento e con la disponibilità di altri tecnici che condividono pienamente la nostra idea, procederemo alla realizzazione del progetto attrattivo, grazie alla piena fiducia ed al mandato avuto dalla giunta comunale capitolina.
Si tratta di una visione che segna una netta discontinuità con la politica ecologica dei verdi e del centro-sinistra. Per la prima volta il fiume cessa di essere un semplice corso d’acqua da recuperare ecologicamente e riprende la sua anima profonda di una realtà compenetrata da storia, cultura, da innumerevoli vicende, che non hanno eguali per nessuno fiume del mondo. Era venuto il momento di rimettere al loro giusto posto tutti gli elementi che formano l’essenza di questo grande fiume, e di farlo tornare nuovamente protagonista storico-culturale e grande opportunità di offerta turistica mondiale.
Tale rinascita, se ci lasceranno fare, coinciderà con il riportare la vita sul fiume oltre che ridargli la salute biologica.
Per non dilungarmi, ecco la nostra sfida: fare del fine mancato da Rutelli e Veltroni (il risanamento del fiume) una condizione per una promozione turistico-culturale che arricchirà l’offerta turistica romana e italiana e contribuirà a rafforzare il ruolo di attrattore turistico del paese Italia. Per chi è interessato potremo far pervenire tutto il progetto nelle sue linee fondamentali.

Per il centro studi –ambientalisti liberal F.I. e A.N.

Nella precedente comunicazione vi avevo esposto la nostra proposta di un centro studi - per un concreto governo dell’ambiente- che doveva rappresentare uno strumento fondamentale per la crescita di una cultura e politica ambientale nel centro-destra. Avevo sottolineato il ruolo strategico che tale organismo dovrebbe svolgere, sia per veicolazione delle nostre idee nelle istituzioni parlamentari e nell’interfaccia con il Ministro dell’ambiente e per istaurare un rapporto continuativo con il mondo d’impresa.
Se tutto andrà bene, nei prossimi giorni, con una discreta tribolazione e una certa lentezza ( da non imputare a noi) il neonato organismo verrà alla luce e farà i suoi primi passi.
La sede sarà in via del Seminario nel cuore della cittadella politica e disporrà di una dotazione finanziaria che ci permetterà di insediare una segreteria a tempo pieno e predisporre il primo convegno programmatico “ sui rifiuti speciali pericolosi”. Chi ha seguito le nostre trasmissioni sul Canale della libertà, si ricorderà quella trasmissione incentrata sui rifiuti tossico nocivi, uno dei principali problemi ecologici e politici del nostro paese.
In coincidenza con il seminario dovremmo predisporre una nostra mobilitazione nazionale al fine di porre l’attenzione del parlamento, del centro-destra e del Paese su una vicenda che rappresenta il principale alimento per l’eco-mafia e in generale l’attività malavitosa.
Il secondo momento di confronto e proposta politica sarà legato al rapporto – turismo e ambiente- dove parchi e aree marine protette avranno un ruolo da protagonisti. E’ inutile nascondere che la messa in atto di questa idea rappresenterà un grande successo culturale e politico per la nostra piccola ma sagace formazione politica.

per fare della economia turistica la scelta strategica fondamentale nelllo sviluppo del paese.

La crisi finanziaria in atto, la recessione operante, le grandi trasformazioni economiche mondiali appena iniziate, che produrranno un nuovo assetto globale, contribuiranno a segnare nei prossimi mesi una fase non solo di congiuntura economica o di ristagno ma anche di trasformazione radicale dello scenario europeo, che vede il nostro paese in ritardo e in affanno.
Sappiamo come stiamo entrando dentro a questo radicale cambiamento, ma ignoriamo come ne usciremo.
Che pensare sia un esercizio difficile, lo sappiamo; che il mal pensare sia più facile che un saggio e sapiente articolarsi di idee fini e sagaci, ognuno di noi lo ha sperimentato, ma l’insipienza e il sonno della ragion creativa è inaccettabile. Siccome noi abbiamo tendenze goliardiche, anticonformistiche e siamo curiosi, ci siamo chiesti:
che cosa questo paese ha di ricchezza uniche e non riproducibili?
Risposta: le bellezze storiche, culturali, architettoniche, naturalistiche e paesaggistiche che l’attraversano dalla Trentino a Lampedusa.
Quale è la industria che ogni hanno cresce a ritmi elevati ? .
La risposta ci viene dalle statistiche redatte a livello internazionale e rimanda al turismo.
Pensate che nei prossimi anni, crisi a parte, solo in Europa si prevede l’arrivo di circa 600 milioni di turisti molti dei quali provenienti dalla Cina, India, Russia ecc. ecc.. Dato questa sanguigna premessa e costatato che i comparti tradizionalmente portanti della nostra economia –dall’edilizia, all’industria manifatturiera, all’agricoltura - sono in crisi e condannati a non reggere la concorrenza tradizionale allora si dovrà cercare dove strategicamente occorre investire risorse umane, creatività, inventiva, risorse economiche per fare una economia di sistema e la risposta se non si fosse cieche e sordi è già nei fatti: l’industria turistica.
Per giungere a questa ovvia conclusione deduttiva bisognerebbe rompere i vecchi modelli di pensiero economico e sostituirli con dei nuovi, quello che in gergo epistemologico si chiamano i – nuovi paradigmi- cioè un nuovo modo di pensare conforme ai mutamenti in atto.
Questo noi abbiamo fatto qualche mese fa e, armati di santa pazienza si è iniziato ad inoculare in rappresentanti istituzionali del centro-destra alcune ideuzze inerenti ad una grande scommessa: il futuro economico di questo paese deve vedere nella economia turistica la punta di diamante per compensare le inevitabili o poco evitabili cadute nei tradizionali ambiti produttivi.
Un primo risultato lo abbiamo ottenuto: la Brambilla è entusiasta delle nostre idee, nei giorni scorsi vi è stato un incontro con il suo staff che ha preparato quello con lei che si terra nei prossimi giorni.
Anche il nostro Tortoli condivide il progetto che dovrebbe essere inoltrato alla ermetica Ministra dell’Ambiente e del Territorio la on. Prestigiacomo. In cantiere è previsto un incontro con il Ministro dei Beni Culturali, il resto lo si vedrà.
Rimane fermo un punto, ancora una volta una proposta di ampio respiro e di lucidità strategica esce dal ventre del nostro piccolo movimento..

Il nostro avvicinamento al nascente P.D.L.

Pur se non credo che sarà facile, indolore e non privo di ostacoli (I segnali di questi giorni manifestano la complessità dei fattori in gioco e le diversità politiche, culturali, strategico organizzative intercorrenti fra F.I. e A.N.), per la nostra formazione l’entrata nel grande contenitore del P.D.L. è un passo obbligato.
Per dirla alla Montanelli, pur con riserve e ritegni non possiamo non percorrere questa strada, diversamente non avrebbe senso il continuare ad esistere come soggetto politico. Sospinto da questa convinzione nei giorni scorsi si è –finalmente – tenuto un incontro con il coordinatore di F.I. on. Verdini. All’appuntamento, preparato da Tortoli, e con la sua stessa presenza si è discusso della nostra entrata nel partito in formazione.
Verdini con una concretezza cristallina ha prospettato due alternative: la prima di essere accreditati come una piccola formazione politica e aggiungersi alle atre già presenti in quel fantomatico –parlamentino costituente- e la seconda, dato che siamo già federati a F.I. di fondersi in essa.
Lo stesso Verdini ci ha invitati a seguire la seconda opzione che ritiene più utile e forte per una nostra presenza incisiva; possibilità ove, lui stesso, svolgerebbe un ruolo di garante.( è ancor viva in noi la ferita prodotta dal comportamento di Bondi)...
Nel caso in cui avessimo scelto la fusione veniva messo a disposizione degli –ambientalisti liberal- il dipartimento nazionale denominato – turismo e ambiente-.
Pur con alcune situazioni caotiche lo stesso Verdini si impegnerà per l’inserimento dei nostri uomini nelle diverse situazioni territoriali dove noi siamo presenti. Dato la necessità di dare una rapida risposta, ho proceduto ad una riunione dell’ufficio di presidenza che ha convintamente optato per la fusione. Ho anche sentito il nostro Moretti come coordinatore del comitato scientifico e altri esponenti del movimento tutti concordi nella fusione. Nei prossimi giorni vi sarà quindi il secondo incontro con Verdini per definire i termini della nostra entrata. Gli Ambientalisti Liberal continueranno ad esistere come associazione ambientalista, quindi la nostra rete non si scioglie, come si sa la politica è il regno del possibile e le vie del Signore sono infinite.
Personalmente ritengo che questa scelta sia quella che ci permetta un peso maggiore nel nostro arduo compito di concepire e praticar la politica come il primato delle idee sulle stronzate. Credo comunque che sia importante che ciascuno esprima la sua opinione, approfittando di questa mailing-list o del nostro FORUM (http://ambientalistiliberal.blogspot.com/), dove in nostro coordinatore Moretti metterà copia di questa mia lettera.

Ultima cosa, a breve si terrà a Roma la riunione del nostro coordinamento politico allargato: stiamo aspettando la disponibilità di Verdini per definire la data.

Con affetto
Silvano Vinceti
14 novembre 2008

sabato 1 novembre 2008

a proposito di RADIOATTIVITA'

Salve amici ambientalisti, sono Alessandra Massaro dalla Calabria, geologo e menbro del comitato tecnico- scientifico degli Ambientalisti Liberal, coordinata egregiamente dal Dott. Geologo Moretti, conosciuto anni fa nell’ambito dell’Università della Calabria.
A gennaio di quest’anno sono venuta a Roma per confrontarci ognuno su varie tematiche.
A tal proposito ho esposto una mia breve relazione riguardante la problematica connessa alla radioattività ambientale, trattata da me in passato, all’ epoca come laureanda in Scienze Geologiche. L’argomento, nell’ambito dell’incontro tenutosi a Roma, ha suscitato molto interesse e curiosità, per cui desidero, a tal proposito, fornire un piccolo contributo al forum.

La radioattività naturale ci riguarda da vicino.
Ignorare il problema, come fatto in passato, non è la soluzione per nessuno!
A tal proposito, qualcuno mi ha detto che” il problema richiede soldi per affrontarlo, cosa, pertanto, che ha trovato grandi applicazione solo in Paesi come gli U.S.A.”. Una cosa è certa: gli americani non sono più intelligenti di noi ma hanno la fortuna di vivere in una Paese con grandi potenzialità dove la ricerca scientifica, sostenuta da una sana politica, trova i fondi necessari per poter esprimere al meglio le proprie tematiche. Basti pensare alla vasta campagna di indagini di carattere geofisico- ambientale eseguita negli anni’ 90 negli U.S.A. mirata non solo alla distribuzione degli elementi radiogenetici nelle rocce e nei suoli, ma anche a conoscere i valor idi radiazione emessa tramite aero- spettrometria gamma e misure d i radon nelle abitazioni.

A mio avviso, e lo dico per chi ancora fosse scettico, la radioattività non è un capriccio da sostenere ma è realmente un problema ambientale, prima tra tutti sanitario, che può compromettere la salute delle persone che vivono in aree geologicamente a rischio, come in presenza di rocce ignee e metamorfica: scisti, gneiss, tufi, vulcaniti in genere, ma anche calcari ed argille.

Radioattività non significa solo centrali nucleari e bombe atomiche. Tutti noi siamo continuamente colpiti da radiazioni naturali, infatti anche nel nostro appartamento, x es. ogni giorno respiriamo radon: gas radioattivo, che nasce dall’uranio 238, un componente della crosta terrestre. Il gas radon si trova ovunque: in aria, nelle acque dei torrenti, laghi, nelle falde acquifere ed in minima parte anche nei materiali da costruzione.

Da misure eseguite negli U.S.A. negli anni ’90 risultavano i seguenti valor idi radioattività:
Nell’atmosfera intorno a 0,2 pCi/l
Nelle abitazioni 1- 2 pCi/ l
Nell’aria presente nei pori del suolo 20- 30 pCi/l - a più di 100.000pCi/l.
Questi valori indicano come la concentrazione maggiore di radioattività provenga dai suoli, testimonianza diretta delle rocce sottostanti e quindi connessa alla realtà geologica del luogo.

1pCi è equivalente al decadimento di 2,2 nuclidi radioattivi al minuto

Se il terreno è ricco di uranio e permeabile, il gas radon può penetrare nei piani più bassi delle abitazioni e, in mancanza di un sufficiente ricambio d’aria, accumularsi. Il vero problema è dato dai suoi “figli”, ossia isotopi, che essendo elementi solidi, si attaccano facilmente al pulviscolo atmosferico e se inalati dall’uomo possono comportare conseguenze irreparabili a livello bronco- polmonare.
Attualmente quali sono le concentrazioni di radon nelle regioni italiane?
Da dati estrapolati da Internet, i valori medi di concentrazione radon (espressi in Bq/m3) nelle regioni italiane sono i seguenti:

REGIONE
Concentrazione media Rn-222 (Bq/m3)
Valle d'Aosta 44 ± 4
Piemonte 69 ± 3
Lombardia 111 ± 3
Veneto 58 ± 2
Friuli Venezia Giulia 99 ± 8
Liguria 38 ± 2
Emilia Romagna 44 ± 1
Toscana 48 ± 2
Umbria 67 ± 5
Marche 29 ± 2
Lazio 119 ± 6
Abruzzo 60 ± 6
Molise 43 ± 6
Campania 95 ± 3
Puglia 52 ± 2
Basilicata 30 ± 2
Calabria 25 ± 2
Sicilia 35 ± 1
Sardegna 64 ± 24
VALORE MEDIO NAZIONALE (pesato per la popolazione regionale)
70 ± 1



La media delle concentrazioni di radon nelle regioni italiane varia in pratica da 20 a 120 Bq/m3 .

Il Becquerel (Bq) rappresenta l’attività di una sorgente radioattiva in cui avviene una disintegrazione al secondo. Quindi, per es. una concentrazione di 100 Bq/m3 significa che 100 atomi si disintegrano ogni secondo in 1 m3 di materiale o ambiente interessato.
1 Ci = 3.66 x 1010 Bq

In Italia non c'è ancora una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di radon all'interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità Europea di 200 Bq/m3 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3 per quelle già esistenti. Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (Decreto legislativo n° 241, del 26/05/2000) che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m3. Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad un ambiente di lavoro.
Molti paesi hanno adottato valori di riferimento più bassi: Stati Uniti: 150 Bq/m3, Regno Unito: 200 Bq/m3 , Germania: 250 Bq/m3 La Svizzera ha invece optato per un valore limite prescrittivo di 1000 Bq/m3 e un valore operativo (raccomandato) di 400 Bq/m3, mentre le scuole, per la presenza di bambini e giovani, sono state considerate alla stregua di locali abitativi.

Per gli ambienti residenziali e le acque destinate ad uso potabile esistono raccomandazioni della Comunita' Europea: rispettivamente la 143/90 e la 928/2001. In quest’ultima si consiglia, per quanto concerne l’acqua potabile, di intraprendere delle azioni correttive nel caso si superi un livello limite di 1000 Bq /litro.

Alessandra Massaro - Geologo