Salve amici ambientalisti, sono Alessandra Massaro dalla Calabria, geologo e menbro del comitato tecnico- scientifico degli Ambientalisti Liberal, coordinata egregiamente dal Dott. Geologo Moretti, conosciuto anni fa nell’ambito dell’Università della Calabria.
A gennaio di quest’anno sono venuta a Roma per confrontarci ognuno su varie tematiche.
A tal proposito ho esposto una mia breve relazione riguardante la problematica connessa alla radioattività ambientale, trattata da me in passato, all’ epoca come laureanda in Scienze Geologiche. L’argomento, nell’ambito dell’incontro tenutosi a Roma, ha suscitato molto interesse e curiosità, per cui desidero, a tal proposito, fornire un piccolo contributo al forum.
La radioattività naturale ci riguarda da vicino.
Ignorare il problema, come fatto in passato, non è la soluzione per nessuno!
A tal proposito, qualcuno mi ha detto che” il problema richiede soldi per affrontarlo, cosa, pertanto, che ha trovato grandi applicazione solo in Paesi come gli U.S.A.”. Una cosa è certa: gli americani non sono più intelligenti di noi ma hanno la fortuna di vivere in una Paese con grandi potenzialità dove la ricerca scientifica, sostenuta da una sana politica, trova i fondi necessari per poter esprimere al meglio le proprie tematiche. Basti pensare alla vasta campagna di indagini di carattere geofisico- ambientale eseguita negli anni’ 90 negli U.S.A. mirata non solo alla distribuzione degli elementi radiogenetici nelle rocce e nei suoli, ma anche a conoscere i valor idi radiazione emessa tramite aero- spettrometria gamma e misure d i radon nelle abitazioni.
A mio avviso, e lo dico per chi ancora fosse scettico, la radioattività non è un capriccio da sostenere ma è realmente un problema ambientale, prima tra tutti sanitario, che può compromettere la salute delle persone che vivono in aree geologicamente a rischio, come in presenza di rocce ignee e metamorfica: scisti, gneiss, tufi, vulcaniti in genere, ma anche calcari ed argille.
Radioattività non significa solo centrali nucleari e bombe atomiche. Tutti noi siamo continuamente colpiti da radiazioni naturali, infatti anche nel nostro appartamento, x es. ogni giorno respiriamo radon: gas radioattivo, che nasce dall’uranio 238, un componente della crosta terrestre. Il gas radon si trova ovunque: in aria, nelle acque dei torrenti, laghi, nelle falde acquifere ed in minima parte anche nei materiali da costruzione.
Da misure eseguite negli U.S.A. negli anni ’90 risultavano i seguenti valor idi radioattività:
Nell’atmosfera intorno a 0,2 pCi/l
Nelle abitazioni 1- 2 pCi/ l
Nell’aria presente nei pori del suolo 20- 30 pCi/l - a più di 100.000pCi/l.
Questi valori indicano come la concentrazione maggiore di radioattività provenga dai suoli, testimonianza diretta delle rocce sottostanti e quindi connessa alla realtà geologica del luogo.
1pCi è equivalente al decadimento di 2,2 nuclidi radioattivi al minuto
Se il terreno è ricco di uranio e permeabile, il gas radon può penetrare nei piani più bassi delle abitazioni e, in mancanza di un sufficiente ricambio d’aria, accumularsi. Il vero problema è dato dai suoi “figli”, ossia isotopi, che essendo elementi solidi, si attaccano facilmente al pulviscolo atmosferico e se inalati dall’uomo possono comportare conseguenze irreparabili a livello bronco- polmonare.
Attualmente quali sono le concentrazioni di radon nelle regioni italiane?
Da dati estrapolati da Internet, i valori medi di concentrazione radon (espressi in Bq/m3) nelle regioni italiane sono i seguenti:
REGIONE
Concentrazione media Rn-222 (Bq/m3)
Valle d'Aosta 44 ± 4
Piemonte 69 ± 3
Lombardia 111 ± 3
Veneto 58 ± 2
Friuli Venezia Giulia 99 ± 8
Liguria 38 ± 2
Emilia Romagna 44 ± 1
Toscana 48 ± 2
Umbria 67 ± 5
Marche 29 ± 2
Lazio 119 ± 6
Abruzzo 60 ± 6
Molise 43 ± 6
Campania 95 ± 3
Puglia 52 ± 2
Basilicata 30 ± 2
Calabria 25 ± 2
Sicilia 35 ± 1
Sardegna 64 ± 24
VALORE MEDIO NAZIONALE (pesato per la popolazione regionale)
70 ± 1
La media delle concentrazioni di radon nelle regioni italiane varia in pratica da 20 a 120 Bq/m3 .
Il Becquerel (Bq) rappresenta l’attività di una sorgente radioattiva in cui avviene una disintegrazione al secondo. Quindi, per es. una concentrazione di 100 Bq/m3 significa che 100 atomi si disintegrano ogni secondo in 1 m3 di materiale o ambiente interessato.
1 Ci = 3.66 x 1010 Bq
In Italia non c'è ancora una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di radon all'interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità Europea di 200 Bq/m3 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3 per quelle già esistenti. Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (Decreto legislativo n° 241, del 26/05/2000) che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m3. Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad un ambiente di lavoro.
Molti paesi hanno adottato valori di riferimento più bassi: Stati Uniti: 150 Bq/m3, Regno Unito: 200 Bq/m3 , Germania: 250 Bq/m3 La Svizzera ha invece optato per un valore limite prescrittivo di 1000 Bq/m3 e un valore operativo (raccomandato) di 400 Bq/m3, mentre le scuole, per la presenza di bambini e giovani, sono state considerate alla stregua di locali abitativi.
Per gli ambienti residenziali e le acque destinate ad uso potabile esistono raccomandazioni della Comunita' Europea: rispettivamente la 143/90 e la 928/2001. In quest’ultima si consiglia, per quanto concerne l’acqua potabile, di intraprendere delle azioni correttive nel caso si superi un livello limite di 1000 Bq /litro.
Alessandra Massaro - Geologo
sabato 1 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento