Carissimi,
permettetemi di prendere spunto dal problema dei rifiuti, in Campania ma non solo, per una riflessione:
è mai possibile che noi esseri umani, autodefiniti "Homo sapiens", dopo un milione di anni di evoluzione per sviluppare un cervello di altissima capacità ed intelligenza, sembriamo fare del nostro meglio per comportarci come dei perfetti imbecilli?
In due anni il prezzo del petrolio è triplicato, ma abbiamo il problema di dove buttare i rifiuti urbani, che sono costituiti per la maggior parte proprio da petrolio?
Ed ancora, tanta intelligenza, tanta scienza e tanto studio, per produrre un materiale praticamente perfetto, economico, versatile, che può essere resistente come l’acciaio o malleabile come la creta, poroso come il sughero od impenetrabile come il vetro…. la PLASTICA insomma… e lo usiamo per fabbricare cose da gettare via dopo il primo uso???
Il petrolio manca, ma lo usiamo per trasportare l’acqua dal Monviso fino in Sicilia, e dall’Aspromonte fino a Venezia….
Ha un senso tutto ciò??
Evidentemente la logica ci darebbe una risposta negativa: è evidente che in qualche momento della nostra storia abbiamo sbagliato strada, e ci siamo infilati in un vicolo storto!
Allora, DOVE, anzi, QUANDO abbiamo sbagliato??
Probabilmente quando eravamo ancora uomini “primitivi” e ci nutrivamo di frutti della natura, raccogliendoli e cacciando come una qualunque altra specie nell’equilibrio del Pianeta.
Chissà perché nell’immaginario popolare, ma anche da scienziati e religiosi, i poveri cacciatori-raccoglitori del Paleolitico sono stati sempre descritti (e raffigurati) come umanoidi ignoranti vestiti di pelli che conducevano una vita miserevole, tormentati dal freddo, dalla fame e dalle malattie.
In realtà, e l’esempio lo abbiamo ancora oggi dalle popolazioni boscimani dell’Africa del sud o dagli ultimi aborigeni della Nuova Guinea, i cacciatori-raccoglitori (Neandertal. Cro-magnon ecc.) conducevano una vita da signori.
In media, l'attività di raccolta del cibo occupava 4-6 ore al giorno, lasciando tutto il tempo libero per attività sociali e culturali, trasmesse prevalentemente dalla tradizione orale, ma anche dalla pittura e dalla scultura.
L'organizzazione sociale era basata sulla TRIBU', un raggruppamento limitato di nuclei familiari (Clan) legati da vincoli di sangue, dove tutti si conoscevano e le decisioni venivano prese collegialmente (i vecchi erano solo i più saggi, NON i capi).
L'alimentazione era completa e ricca, e le condizioni sanitarie eccellenti; del resto, quando un accampamento stagionale era sporco od inquinato, bastava spostarsi in uno nuovo...
L'altezza di Cro-Magnon era di circa 1.70 cm, e la vita media di oltre 60 anni: condizioni che saranno recuperate solo nel secolo scorso dopo 10.000 anni dalla scoperta dell’agricoltura.
La popolazione del Pianeta (qualche centinaio di migliaia di individui tra Africa, Asia ed Europa) era stabile poiché, essendo nomadi, una madre non poteva avere un secondo figlio fino a quando il precedente non fosse in grado di camminare dietro il gruppo (4-5 anni), e d’altro canto una prole molto numerosa non era di nessuna utilità al gruppo.
Infine, non esisteva la proprietà privata, perchè era più comodo scheggiare nuove pietre al momento del bisogno piuttosto che portarsele dietro durante gli spostamenti stagionali.
Circa 10.000 anni fa invece, con il Neolitico e l’inizio delle prime pratiche agricole, alcuni gruppi divennero sedentari, preferendo raffinare ed incrementare attraverso la tecnologia le proprie fonti alimentari piuttosto che spostarsi secondo le esigenze stagionali; la disponibilità di cibo divenne in brevissimo tempo enormemente maggiore e lo stesso territorio, trasformato in colture agricole, poté sostenere un numero molto maggiore di persone.
Gli strumenti in pietra ed osso divennero più raffinati e costosi, spesso tramandati da padre in figlio poiché non sempre vi era materia prima nelle vicinanze delle aree coltivabili.
Le tribù si stabilirono in luoghi pianeggianti ed in genere paludosi (l'irrigazione venne scoperta solo 5.000 anni dopo!) e si trasformarono rapidamente in potentati e poi in città-stato, e conseguentemente nacque l’esigenza di un’organizzazione sociale per la difesa del territorio, la distribuzione delle risorse e la garanzia della proprietà privata.
Con il continuo aumento della popolazione residente le falde acquifere e le paludi si inquinarono rapidamente, sia a causa dei rifiuti e degli escrementi, sia degli animali addomesticati con cui gli agricoltori erano costretti a convivere; si diffusero malattie e parassiti, la dieta divenne monotona e basata prevalentemente su cereali per la maggior parte delle persone. Come contropartita, le donne poterono (e dovettero…) partorire un figlio ogni anno per tutta la loro breve vita, perchè questi erano forza-lavoro agricola ed indice di successo sociale del capofamiglia.
Come risultato, a statura si ridusse a circa 120 cm, la vita media non superava i 30 anni, le lacune dentarie (cioè i denti persi, che sono indice di buona o cattiva alimentazione) passarono da 2 in Cro-Magnon a 12 -14 negli agricoltori neolitici.
Solo la popolazione aumentò vertiginosamente fino a 1000 volte quella originaria (da qualche centinaio di migliaia a qualche centinaio di milioni..) ed incominciarono i primi disastrosi effetti sull'ecosistema del Pianeta…. se siete capaci, immaginatevi un poco cosa potrebbe succedere se nell’arco di poche generazioni tutti gli uccellini di un bosco divenissero mille volte più numerosi!!
Ma come fecero i primi agricoltori, se erano così miserabili, a vincere la loro battaglia contro sovrappolazione, denutrizione, inquinamento e malattie, ed alla fine a soppiantare i robusti cacciatori di Cro-Magnon??
La risposta sta in una serie di "invenzioni strategiche", che permisero loro di adattarsi all'ambiente, una specie di "evoluzione delle conoscenze", basata su cambiamenti culturali piuttosto che fisici.
Tra queste, sorprendentemente, le più importanti dopo il fuoco (già vecchio di 500.000 anni..) e la ruota (Atzechi ed Incas non la scopririno mai..) sono la BIRRA ed il VINO.
L’invenzione della BIRRA, (cioè della macerazione-fermentazione in acqua di cereali) permise di abbattere drasticamente la carica batterica delle acque dei siti paludosi ed inquinati, e nel contempo di fornire all'alimentazione vitamine, lieviti e proteine per integrare le diete vegetariane; fino al secolo scorso nel nord Europa, la birra era considerata come alimento, non come bevanda. Senza birra, probabilmente, le comunità agricole neolitiche avrebbero fatto poca strada....
Diversa, molto, la storia del VINO.
A differenza della birra infatti, la quale poteva essere prodotta in qualsiasi momento dell'anno, il vino era legato alla stagione: in mancanza di bottiglie bordolesi, tetrapak e tappi a corona, doveva essere consumato in breve tempo, ed anche il potere nutritivo era molto inferiore. Tuttavia, come anche molti animali sanno, non sfuggì agli uomini il piacere dell'ebrezza, che tra l'altro stimolava il desiderio sessuale.
L'uva veniva quindi raccolta e fermentata in grandi vasche, quasi sempre poste in posizione dominante-sacra, e consumata in cerimonie collettive che, come potete immaginare, finivano sempre in riti dell'accoppiamento.
Il che era una cosa importantissima, se facciamo un poco di conti: fine agosto, + nove mesi, permetteva di sincronizzare le nascite all'inizio dell’estate, momento più idoneo alla sopravvivenza dei piccoli, quando il cibo è abbondante e le donne non ancora impegnate nella raccolta delle messi. E per trovare il momento ottimale per le varie pratiche, bisognava imparare a guardare le stelle, ed a conoscere le stagioni.
Così, se dalla Birra è nata la Tecnica, dal Vino la Scienza e la Magia.... tutto ha una logica stupenda su questo meraviglioso Pianeta...
se solo riuscissimo a conservarlo in buone condizioni ancora per qualche generazione!!!
Antonio Moretti - Coordinatore comitato tecnico-scientifico
Ambientalisti Liberal
martedì 12 agosto 2008
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1 commento:
Dobbiamo farlo assolutamente! Sarebbe imperdonabile ora che abbiamo a disposizione la TECNOLOGIA che ci permette di fare cose strabilianti.
La Storia Umana su questo Pianeta è fatta di "bivi" e non sempre abbiamo preso la via giusta e quindi spesso abbiamo sbagliato. Purtroppo una volta imboccata una strada la si deve percorrere tutta fino al prossimo bivio.
Pensavo che sarebbe bene che ora, in questa "era tecnologica", provassimo ad utilizzare gli strumenti a disposizione per fare delle simulazioni in modo da considerare le varie options e le eventuali conseguenze. Solo così potremo imboccare il bivio giusto e potremo evitare di morire affogati nella nostra spazzatura. Magari saremmo anche capaci di utilizzare appieno tutte le risorse energetiche del Pianeta.
Sostanzialmente ci stiamo già provando a livello di scienziati, ma purtroppo a livello locale le persone preposte alle decisioni politiche e sociali, non hanno ancora questa coscienza e conoscenza. Ecco perché è compito degli ambientalisti di inserirsi con più coraggio nelle maglie del potere decisionale politico e nella scuola per fare divulgazione. Ma non da "integralisti-terroristi", ma alla maniera di Piero Angela o simili. E' da 30 anni che dico che le trasmissioni di Piero Angelo dovrebbero diventare "obbligatorie" a scuola, e alla TV dovrebbero trasmettere una puntata ogni giorno.
Trent'anni fa c'erano anche tanti "magazine" tipo "Quark". Anche alla TV in B/N c'erano dei buoni programmi di divulgazione. Ormai ci rimane solo delle News tip TG Leonardo e i documentari BBC.
Ma questo non basta per far crescere una coscienza ambientalista, perché si è persa la memoria storica dell'evoluzione Umana e, giustamente come dici tu ... non sappiamo ripercorrere indietro nel tempo per capire dove abbiamo sbagliato strada, per tentare di rimediare.
Qua e là ci sono iniziative private che fanno un eccellente lavoro coi bambini delle elementari, ma poi arrivati alle medie, dove c'è più bisogno, tutto si ferma. E invece questo sarebbe un lavoro che le associazioni ambientaliste potrebbero fare.
Mi rivolgo al nostro Presidente, Silvano Vinceti, affinché da settembre metta in grado tutti noi soci di preparare un piano d'azione per affrontare il problema ambientale in tutti i suoi aspetti.
Un salutone
Nedda
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