
Tutte le ordinanze del Presidente del Consiglio e del Commissario di Governo di turno relative all'emergenza rifiuti iniziano sempre con la frase "Visto l?art. 5 della Legge 24 febbraio 1992, n. 225.......".
Anche la n. 3639 del 11 gennaio 2008 "Disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per consentire il passaggio alla gestione ordinaria" con la quale è stato nominato Commissario di Governo il Dr. De Gennaro si basa sulla legge n. 225 "Istituzione del servizio nazionale della protezione civile" che ha come fine la tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.
Si evince che l'emergenza rifiuti degli ultimi 14 anni si è basata sulla continua persistenza dello Stato di emergenza nel territorio regionale che ha autorizzato il Presidente del Consiglio dei Ministri di turno a ricorrere al potere di ordinanza avvalendosi di commissari delegati ai quali sono stati conferiti poteri straordinari da usare in deroga alle leggi vigenti, come risulta dalle varie ordinanze emesse nelle quali sono contenute le indicazioni delle principali norme a cui si poteva derogare con le debite motivazioni.
Si sottolinea che solo se si verificano le condizioni previste all'articolo 2, comma 1, lettera c della legge 225 (tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi), il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, può deliberare lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi.
Riflettendo scientificamente su quanto accaduto, si prospettano due soluzioni.
- Una prima soluzione, buonista, impone di credere che per 14 anni lo Stato Italiano, impiegando poteri speciali, non sia riuscito a risolvere il problema della raccolta e smaltimento dei rifiuti in Campania. Ciò sarebbe stato possibile solo se i poteri speciali fossero stati sistematicamente attribuiti da Presidenti del Consiglio dei Ministri incapaci di controllare l'operato delle persone, di loro fiducia, rivelatesi sempre assolutamente non idonee a risolvere l'emergenza rifiuti.
- Un'altra soluzione, sconcertante, si basa sulla possibilità che si sia fatto un malizioso e improprio uso del contenuto della legge 225 del 1992 per ottenere benefici a scapito dei cittadini campani. In particolare sarebbe stato artatamente mantenuto in vita uno stato di emergenza con la conseguente necessità di intervenire con poteri speciali.
Gli avvenimenti degli ultimi mesi forniscono dati per un serio ragionamento teso a definire il quadro nel quale si sta concludendo la disastrosa emergenza rifiuti, ormai diventata scandalo rifiuti.
Il 5 luglio 2007, nel pieno dell?ennesima crisi ambientale con i rifiuti accumulati lungo le strade sistematicamente incendiati da ignoti, è stata emanata la legge n. 87 che doveva salvare definitivamente la Campania in quanto conteneva l'individuazione delle discariche da realizzare tassativamente. Il Prefetto Pansa ha sostituito il Dr. Bertolaso come Commissario di Governo con il dovere di attuare la legge n. 87.
Per sei mesi Pansa non ha attuato la legge e alla fine del 2007 ha proposto vari siti da usare come discariche. Molti siti, considerata la loro reale improponibilità ambientale, sembra che siano stati indicati più per provocare le reazioni dei cittadini in modo da creare tensioni sociali e gravi situazioni emergenziali nel territorio regionale.
La conseguente crisi ambientale regionale è ancora attualmente molto seria ed ha determinato consistenti ripercussioni sull'assetto socio-economico. Rileggendo l'ordinanza n. 3639 dell?11 gennaio 2008 con la quale è stato incaricato il Dr. De Gennaro si riscontra che la sua nomina si fonda sulla estrema gravità della situazione emergenziale in atto, tenuto conto delle tensioni sociali che impediscono la localizzazione degli impianti a servizio del ciclo di smaltimento dei rifiuti con riflessi dannosi di portata imprevedibile per la salute delle popolazioni della regione, e la conseguente necessità di procedere immediatamente allo smaltimento dei rifiuti giacenti o comunque sversati sulle strade e nei territori urbani ed extraurbani
Circostanza veramente singolare dal momento che il suo predecessore si è ben guardato dall'attuare la legge 187 che avrebbe evitato la crisi ambientale e socio-economica; in altre parole, la crisi si è aggravata in seguito alla non attuazione della legge 187 emanata proprio per salvare la Campania dall?emergenza rifiuti.
Il Dr. De Gennaro, in questi giorni, sta cercando di iniziare a realizzare le discariche che doveva costruire Pansa ben nove mesi fa.
Certamente l'inattività di Pansa è stata la causa dell'estrema gravità della situazione emergenziale senza la quale non si sarebbe potuto nominare un nuovo Commissario Governativo che con nuovi poteri speciali sta regolarmente procedendo ad affidare incarichi per la costruzione di nuove e costose opere, sempre in deroga alle leggi che regolano gli appalti di opere pubbliche.
Appare preoccupante che tale anomala situazione, negli ultimi 14 anni, non sia stata rilevata e fatta chiudere dai parlamentari (tra i quali vi sono stati eminenti avvocati e giuristi) e che nessuna Istituzione Locale della Campania abbia rivendicato la restituzione dei poteri per risolvere definitivamente lo scandalo rifiuti.
Tanto per cominciare, la legge 225 del 1992 va subito modificata introducendo il limite massimo della durata dello stato di emergenza che non può perdurare per più di 6-12 mesi.
La fiducia dei cittadini va riconquistata anche con questi atti.
Dopo oltre 14 anni di inconcludenti azioni attuate da vari commissari di governo è evidente che in Campania si è giunti ad una spregiudicata istituzionalizzazione dello stato di emergenza ambientale.
Analizziamo scientificamente i dati disponibili.
In questi anni di "emergenza-scandalo rifiuti" si è ben delineata la seguente filiera.
- C'è chi ha finanziato profumatamente le strutture commissariali, le opere finora realizzate, i trasporti e smaltimenti di rifiuti vari in Campania, fuori regione e all'estero. E' evidente che le risorse finanziarie utilizzate sono risorse pubbliche e sono state alimentate dalla tassazione dei cittadini. Quindi i cittadini sono i finanziatori che hanno sostenuto il proliferare di tutto quanto ha girato attorno ai commissari di governo nominati dai governi nazionali finora succedutisi ed espressione di varie coalizioni politiche.
- C'è chi ha comandato e chi ha eseguito.
Il fatto che dopo oltre 14 anni di costosi interventi che non hanno risolto il problema rifiuti in Campania e che i governi non abbiano mai fatto chiarezza sulle cause che impedivano la risoluzione dell'emergenza, reiterando ciecamente gli incarichi a vari Commissari straordinari, può essere attribuito solo al fatto che i governi hanno obbedito a dei comandi imposti da chi aveva forti interessi a mantenere attiva una situazione in grado di facilitare notevoli guadagni.
- C'è chi ha guadagnato.
Il flusso di risorse finanziarie pubbliche ingoiato dall'emergenza-scandalo rifiuti è stato consistente. Sono stati realizzati impianti che dovevano essere Cdr e che invece sono dei tritovagliatori che non hanno prodotto ecoballe con i requisiti imposti dalla legge vigente. E' in via di ultimazione l'inceneritore di Acerra in un sito già attualmente inquinato oltre i valori previsti dalla legge. Sono state realizzate discariche per accumulare rifiuti tal quale prodotti fuori legge dagli impianti definiti Ex CDR dallo stesso Commissario di Governo e dai NOE.
Tutte le operazioni connesse all'emergenza rifiuti sono state eseguite da imprese che hanno utilizzato migliaia di persone e tratto notevoli guadagni. Naturalmente vi è riconoscenza da parte di tutti i beneficiati verso coloro che hanno permesso, in vario modo, i guadagni.
- C'è chi rischia.
Rivedendo le cronache degli anni di emergenza rifiuti si evidenzia che gravi inquinamenti ambientali, nelle aree urbane nelle quali i rifiuti giacevano per lunghi periodi e spesso venivano incendiati nelle strade, e nelle discariche eseguite spesso in siti non idonei determinando inquinamento del suolo e delle acque superficiali e sotterranee (ad esempio a Lo Uttaro vicino a Caserta e a Basso dell'Olmo sul fiume Sele) hanno sempre accompagnato l'attività commissariale. Tali evidenti situazioni di inquinamento ambientale hanno ripetutamente determinato la diffusione a scala mondiale di un'immagine regionale squallida con conseguenti danni economici per le attività turistiche ed agricole e produttive in genere.
I cittadini campani sono stati sottoposti per lunghi anni a ripetute situazioni di rischio sanitario e non hanno goduto del diritto alla salute previsto dall'articolo 32 della Costituzione Italiana.
L'approccio scientifico applicato all'analisi dell'emergenza-scandalo rifiuti mette spietatamente in evidenza che i cittadini campani stanno ancora finanziando la loro autodistruzione. E' singolare che gli stessi cittadini campani hanno finanziato le attività dei Commissari di Governo le cui azioni, di fatto, non solo non hanno garantito la risoluzione del problema rifiuti ma hanno consentito notevoli guadagni per realizzare interventi che hanno incrementato il rischio per la salute e il rischio di inquinamento irreversibile per le risorse ambientali e naturali autoctone.
Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio
Università di Napoli Federico II
Anche la n. 3639 del 11 gennaio 2008 "Disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per consentire il passaggio alla gestione ordinaria" con la quale è stato nominato Commissario di Governo il Dr. De Gennaro si basa sulla legge n. 225 "Istituzione del servizio nazionale della protezione civile" che ha come fine la tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.
Si evince che l'emergenza rifiuti degli ultimi 14 anni si è basata sulla continua persistenza dello Stato di emergenza nel territorio regionale che ha autorizzato il Presidente del Consiglio dei Ministri di turno a ricorrere al potere di ordinanza avvalendosi di commissari delegati ai quali sono stati conferiti poteri straordinari da usare in deroga alle leggi vigenti, come risulta dalle varie ordinanze emesse nelle quali sono contenute le indicazioni delle principali norme a cui si poteva derogare con le debite motivazioni.
Si sottolinea che solo se si verificano le condizioni previste all'articolo 2, comma 1, lettera c della legge 225 (tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi), il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, può deliberare lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi.
Riflettendo scientificamente su quanto accaduto, si prospettano due soluzioni.
- Una prima soluzione, buonista, impone di credere che per 14 anni lo Stato Italiano, impiegando poteri speciali, non sia riuscito a risolvere il problema della raccolta e smaltimento dei rifiuti in Campania. Ciò sarebbe stato possibile solo se i poteri speciali fossero stati sistematicamente attribuiti da Presidenti del Consiglio dei Ministri incapaci di controllare l'operato delle persone, di loro fiducia, rivelatesi sempre assolutamente non idonee a risolvere l'emergenza rifiuti.
- Un'altra soluzione, sconcertante, si basa sulla possibilità che si sia fatto un malizioso e improprio uso del contenuto della legge 225 del 1992 per ottenere benefici a scapito dei cittadini campani. In particolare sarebbe stato artatamente mantenuto in vita uno stato di emergenza con la conseguente necessità di intervenire con poteri speciali.
Gli avvenimenti degli ultimi mesi forniscono dati per un serio ragionamento teso a definire il quadro nel quale si sta concludendo la disastrosa emergenza rifiuti, ormai diventata scandalo rifiuti.
Il 5 luglio 2007, nel pieno dell?ennesima crisi ambientale con i rifiuti accumulati lungo le strade sistematicamente incendiati da ignoti, è stata emanata la legge n. 87 che doveva salvare definitivamente la Campania in quanto conteneva l'individuazione delle discariche da realizzare tassativamente. Il Prefetto Pansa ha sostituito il Dr. Bertolaso come Commissario di Governo con il dovere di attuare la legge n. 87.
Per sei mesi Pansa non ha attuato la legge e alla fine del 2007 ha proposto vari siti da usare come discariche. Molti siti, considerata la loro reale improponibilità ambientale, sembra che siano stati indicati più per provocare le reazioni dei cittadini in modo da creare tensioni sociali e gravi situazioni emergenziali nel territorio regionale.
La conseguente crisi ambientale regionale è ancora attualmente molto seria ed ha determinato consistenti ripercussioni sull'assetto socio-economico. Rileggendo l'ordinanza n. 3639 dell?11 gennaio 2008 con la quale è stato incaricato il Dr. De Gennaro si riscontra che la sua nomina si fonda sulla estrema gravità della situazione emergenziale in atto, tenuto conto delle tensioni sociali che impediscono la localizzazione degli impianti a servizio del ciclo di smaltimento dei rifiuti con riflessi dannosi di portata imprevedibile per la salute delle popolazioni della regione, e la conseguente necessità di procedere immediatamente allo smaltimento dei rifiuti giacenti o comunque sversati sulle strade e nei territori urbani ed extraurbani
Circostanza veramente singolare dal momento che il suo predecessore si è ben guardato dall'attuare la legge 187 che avrebbe evitato la crisi ambientale e socio-economica; in altre parole, la crisi si è aggravata in seguito alla non attuazione della legge 187 emanata proprio per salvare la Campania dall?emergenza rifiuti.
Il Dr. De Gennaro, in questi giorni, sta cercando di iniziare a realizzare le discariche che doveva costruire Pansa ben nove mesi fa.
Certamente l'inattività di Pansa è stata la causa dell'estrema gravità della situazione emergenziale senza la quale non si sarebbe potuto nominare un nuovo Commissario Governativo che con nuovi poteri speciali sta regolarmente procedendo ad affidare incarichi per la costruzione di nuove e costose opere, sempre in deroga alle leggi che regolano gli appalti di opere pubbliche.
Appare preoccupante che tale anomala situazione, negli ultimi 14 anni, non sia stata rilevata e fatta chiudere dai parlamentari (tra i quali vi sono stati eminenti avvocati e giuristi) e che nessuna Istituzione Locale della Campania abbia rivendicato la restituzione dei poteri per risolvere definitivamente lo scandalo rifiuti.
Tanto per cominciare, la legge 225 del 1992 va subito modificata introducendo il limite massimo della durata dello stato di emergenza che non può perdurare per più di 6-12 mesi.
La fiducia dei cittadini va riconquistata anche con questi atti.
Dopo oltre 14 anni di inconcludenti azioni attuate da vari commissari di governo è evidente che in Campania si è giunti ad una spregiudicata istituzionalizzazione dello stato di emergenza ambientale.
Analizziamo scientificamente i dati disponibili.
In questi anni di "emergenza-scandalo rifiuti" si è ben delineata la seguente filiera.
- C'è chi ha finanziato profumatamente le strutture commissariali, le opere finora realizzate, i trasporti e smaltimenti di rifiuti vari in Campania, fuori regione e all'estero. E' evidente che le risorse finanziarie utilizzate sono risorse pubbliche e sono state alimentate dalla tassazione dei cittadini. Quindi i cittadini sono i finanziatori che hanno sostenuto il proliferare di tutto quanto ha girato attorno ai commissari di governo nominati dai governi nazionali finora succedutisi ed espressione di varie coalizioni politiche.
- C'è chi ha comandato e chi ha eseguito.
Il fatto che dopo oltre 14 anni di costosi interventi che non hanno risolto il problema rifiuti in Campania e che i governi non abbiano mai fatto chiarezza sulle cause che impedivano la risoluzione dell'emergenza, reiterando ciecamente gli incarichi a vari Commissari straordinari, può essere attribuito solo al fatto che i governi hanno obbedito a dei comandi imposti da chi aveva forti interessi a mantenere attiva una situazione in grado di facilitare notevoli guadagni.
- C'è chi ha guadagnato.
Il flusso di risorse finanziarie pubbliche ingoiato dall'emergenza-scandalo rifiuti è stato consistente. Sono stati realizzati impianti che dovevano essere Cdr e che invece sono dei tritovagliatori che non hanno prodotto ecoballe con i requisiti imposti dalla legge vigente. E' in via di ultimazione l'inceneritore di Acerra in un sito già attualmente inquinato oltre i valori previsti dalla legge. Sono state realizzate discariche per accumulare rifiuti tal quale prodotti fuori legge dagli impianti definiti Ex CDR dallo stesso Commissario di Governo e dai NOE.
Tutte le operazioni connesse all'emergenza rifiuti sono state eseguite da imprese che hanno utilizzato migliaia di persone e tratto notevoli guadagni. Naturalmente vi è riconoscenza da parte di tutti i beneficiati verso coloro che hanno permesso, in vario modo, i guadagni.
- C'è chi rischia.
Rivedendo le cronache degli anni di emergenza rifiuti si evidenzia che gravi inquinamenti ambientali, nelle aree urbane nelle quali i rifiuti giacevano per lunghi periodi e spesso venivano incendiati nelle strade, e nelle discariche eseguite spesso in siti non idonei determinando inquinamento del suolo e delle acque superficiali e sotterranee (ad esempio a Lo Uttaro vicino a Caserta e a Basso dell'Olmo sul fiume Sele) hanno sempre accompagnato l'attività commissariale. Tali evidenti situazioni di inquinamento ambientale hanno ripetutamente determinato la diffusione a scala mondiale di un'immagine regionale squallida con conseguenti danni economici per le attività turistiche ed agricole e produttive in genere.
I cittadini campani sono stati sottoposti per lunghi anni a ripetute situazioni di rischio sanitario e non hanno goduto del diritto alla salute previsto dall'articolo 32 della Costituzione Italiana.
L'approccio scientifico applicato all'analisi dell'emergenza-scandalo rifiuti mette spietatamente in evidenza che i cittadini campani stanno ancora finanziando la loro autodistruzione. E' singolare che gli stessi cittadini campani hanno finanziato le attività dei Commissari di Governo le cui azioni, di fatto, non solo non hanno garantito la risoluzione del problema rifiuti ma hanno consentito notevoli guadagni per realizzare interventi che hanno incrementato il rischio per la salute e il rischio di inquinamento irreversibile per le risorse ambientali e naturali autoctone.
Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio
Università di Napoli Federico II
per ulteriori articoli sull'argomento del prof. Franco Ortolani: http://www.ambientalistiliberal.org/discuss.htm