Le immagini che vi presento parlano da sole, e la dicono lunga non solo sul dissesto idrogeologico che caratterizza in pieno la regione Calabria, ma anche sui “disastri ambientali” provocati dall’errata attività antropica.
Il dissesto idrogeologico, in Calabria come nelle altre regioni, è conseguenza della geologia “recente”, della morfologia, rappresentata per la maggior parte da zone montuose (2/3 dell’intera regione) che degradano rapidamente verso il mare, e di una rete idrografica molto fitta, i cui corsi d’acqua hanno prevalentemente carattere torrentizio (le famose “fiumare”) con un letto largo e ciottoloso, normalmente asciutte ma che entrano improvvisamente in piena durante i periodi di piovosità intensa.

L’aver autorizzato la sistemazione di un campeggio per moltissimi turisti tra cui anche persone disabili nel letto del torrente Beltrame a Soverato (Cz) (Fig. 1) ha comportato inevitabilmente, in seguito all’evento alluvionale verificatasi nel 2000, purtroppo 13 vittime e la distruzione delle strutture realizzate per il campeggio e di molti alberi. Tutto questo si poteva evitare!!!!!!

Nel marzo 2005 a Scilla (Rc) in corrispondenza di una costa a picco sul mare un corpo franoso, attivato sempre in seguito a piogge intense, si è staccato dalla cima di una montagna e grandi tonnellate di terra e fango sono precipitati verso il mare. Il primo impatto si ha avuto con la rete autostradale, la statale tirrenica e ancora più giù con la ferrovia, a tal proposito un treno si è deragliato.

Con un sistema di drenaggio così inadeguato, deturpato dalla sua armonia originaria, era inevitabile di come l’evento alluvionale verificatosi, abbia favorito lo straripamento dei corsi d’acqua e conseguenze irreparabili sia sulle attività commerciali, che su molte abitazioni situate nei piani più bassi, praticamente allagate e non più agibili.
Questi 4 casi citati, primi di una lunga lista, forniscono un’idea della cruda realtà in Calabria, una realtà ambientale che dovrebbe essere diversa, tutelata sia per poter vivere in un ambiente sano nel rispetto della natura, degna di essere ammirata ma anche per preservarla alle generazioni future. Questa situazione non è esclusiva della Calabria (dove è esasperata in molti aspetti), in quanto apprendiamo giornalmente dai tg, che problematiche ambientali simili e “poco felici” si manifestano anche in altre regioni.
Fermare i dissesti idrogeologici non è possibile ma è possibile da parte degli uomini:
-far tesoro della memoria storica, in quanto in molte aree, dove oggi si manifestano dissesti,
molto probabilmente si sono verificati anche in passato;
-salvaguardare le aree a rischio, attraverso la redazione di piani di studi specifici (tra questi il
P.A.I.), per eseguire adeguati interventi di consolidamento a priori e non dopo che si sono
verificate catastrofi, preservando così luoghi suggestivi, tutelando le persone che vi abitano;
-non ostinarsi ad urbanizzare là dove la situazione è già compromessa dal punto di vista
idrogeologico.
Quello che viene sottratto all’ ambiente con modifiche brusche alla topografia dei luoghi, deviazione forzata dei corsi d’acqua ed utilizzo di questi come collettori fognari, costruzione all’interno di alvei, deforestazioni per poter realizzare centri abitati, reti stradali, gallerie prima o poi l’ambiente se lo riprenderà poco a poco a scapito nostro, lasciandoci anche una grande perdita dal punto di vista economico.
Alessandra Massaro - geologo - Calabria