Ha sbagliato chi ne ha proposto la riapertura.
Tra dicembre 2007 e gennaio 2008 la città di Napoli è stata sconvolta dalla nota e gravissima crisi ambientale caratterizzata da cumuli di rifiuti accatastati lungo le strade e ripetutamente dati alle fiamme nottetempo da mani ignote, da manifestazioni di cittadini che si opponevano alle decisioni del Commissario Straordinario all’emergenza rifiuti, il Prefetto Pansa, che intendeva riaprire la discarica di Pianura e attivare siti per lo stoccaggio dei rifiuti imballati in una cava a 300 metri dalle piste dell’aeroporto di Capodichino e in pieno centro abitato nell’ex Manifattura Tabacchi, nella parte orientale della città. Come mai ci fu la crisi? Perché Pansa (Commissario di Governo da luglio a dicembre 2008) non ha attuato quanto previsto dal DL n. 61 del 11 maggio 07 (trasformato nella legge 87 del 5 luglio/07) che prescriveva la costruzione di 4 discariche per chiudere definitivamente l’emergenza rifiuti in Campania. A fine anno ha proposto siti non idonei in Napoli e nella Regione (ad esempio Morcone, Carinola, Pignataro Maggiore, Padula) che hanno sollevato malumori e dimostrazioni. Il risultato è stato che i mass media hanno diffuso l’immagine di una Campania definita terra di rivoltosi e malavitosi che aizzavano scontri sociali provocando pericolo per l’ambiente e per la salute. Proprio le prerogative necessarie per prorogare lo stato d’emergenza e quindi il Commissariato di Governo, come indicato nell’ordinanza di nomina di De Gennaro dell’11 gennaio 2008. Finora nessuno si è preoccupato di chiarire perché Pansa non abbia attuato la legge 87/07, perché non sia stato richiamato e perché abbia fatto proposte non idonee facendo aggravare la crisi ambientale. Ai primi di gennaio 2008 a Pianura nell’ambito delle civili proteste dei cittadini ci sono stati scontri tra “gruppi organizzati” e forze dell’ordine in relazione ai quali nei giorni scorsi sono stati arrestati anche due consiglieri comunali. Verso metà gennaio 2008, in base ai dati ufficiali, è cominciata ad emergere la situazione ambientale della di Pianura attiva per circa 41 anni (da metà anni 50 fino a tutto il 1995) e chiusa il 4 gennaio 1996 dal Commissario di Governo prefetto Umberto Improta. Nella discarica, fino al 1982, sono stati accatastati da 20 a circa 30 milioni di metri cubi di rifiuti direttamente sul suolo; dal 1984, circa 15-20 milioni di metri cubi di rifiuti sono stati accumulati nella discarica dotata delle impermeabilizzazioni imposte dalla legge. La discarica si è sviluppata su circa 70 ettari e lo spessore medio dei rifiuti accumulati si aggira tra i 60 e 70 metri. Ne discende che il volume complessivo dei rifiuti accumulati nei 41 anni di attività può variare da 40 a 50 milioni di mc. Risulta ufficialmente che i rifiuti accumulati contengono Rifiuti Speciali e Rifiuti Tossici e Nocivi (RS e RTN) per un valore pari al 23% del totale di RSU smaltiti; fanghi assimilabili per un valore pari al 5-10%. Inoltre, fino al 1993 la discarica ha anche ricevuto rifiuti ospedalieri. A questi si aggiungono i rifiuti pericolosi sversati illegalmente come riscontrato da indagini della magistratura napoletana. La mancanza di protezioni alla base dei rifiuti ha provocato la dispersione di percolato nel sottosuolo e l’inquinamento della falda come evidenziato da varie analisi. Accertata la pericolosità, la discarica è stata messa sotto sequestro dalla Magistratura di Napoli all’inizio del corrente anno. Nella primavera 2008 l’area è stata poi inserita dal Ministero dell’Ambiente tra i siti inquinati d’interesse nazionale per effettuare interventi di bonifica e risanamento. Le indagini eseguite nell’ex manifattura Tabacchi hanno evidenziato un grave inquinamento del suolo e della falda per cui il sito è stato abbandonato. Anche per gli altri siti sopra citati proposti da Pansa le indagini effettuate durante le manifestazioni dei cittadini hanno messo in luce la loro non idoneità. In conclusione, avevano ragione i cittadini a sostenere che i siti non erano idonei e a manifestare, con le civili proteste, per fare “rinsavire” il Commissario di Governo. Ritorniamo ad oggi e al problema di Pianura: va chiarito bene che la protesta civile dei cittadini è servita ad evidenziare la pericolosità della vecchia discarica, la non idoneità del sito e il suo inserimento tra quelli inquinati di interesse nazionale da bonificare. Altra cosa sono le violenze attuate da “gruppi organizzati”. Riepilogando, i passi salienti della vicenda Pianura sono i seguenti: 1- il Commissario di Governo Pansa non ha realizzato le discariche previste dalla legge 87 del 5 luglio 2007 (tra cui Savignano Irpino e S. Arcangelo Trimonte, attuate poi con un anno di ritardo da De Gennaro, che da maggio 2008 stanno smaltendo i rifiuti campani); a fine 2007 ha proposto la realizzazione di discariche in siti non solo non previsti dalla legge ma anche non idonei tanto è vero che sono stati abbandonati.; 2- E’ accertato che il Commissario di Governo ha sbagliato proponendo un sito non idoneo (Pianura) e che la sua proposta ha sollevato le proteste dei cittadini che manifestavano per farne riconoscere, motivatamente, la pericolosità e la non idoneità. In conclusione si può ribadire che il Commissario di Governo aveva sbagliato ad indicare un sito non idoneo e che hanno sbagliato i “gruppi organizzati” che hanno arrecato danni alla pubblica e privata propietà. Le forze dell’ordine sono intervenute per attuare la riapertura della discarica di Pianura secondo l’ordine di Pansa. L’esecuzione di tale ordine, imposto senza una preventiva istruttoria tecnica e sostanzialmente “sbagliato”, avrebbe aggravato l’inquinamento ambientale dell’area. E’ da sottolineare che continua a sbagliare, oggi, chi dimentica il reale svolgimento dei fatti e tenta maliziosamente di criminalizzare anche le manifestazioni motivate e documentate dei cittadini di Pianura. Anche in altre zone vi sono ubicazioni di discariche in siti non idonei e cittadini che cercano di mettere in evidenza le scelte sbagliate, tecnicamente e ambientalmente, fatte dal Commissario di Governo. Lo scandalo rifiuti, che l’Istituzione del Commissariato di Governo non ha debellato in oltre 14 anni di costosa e stranamente inefficace gestione, non si risolve criminalizzando indiscriminatamente i cittadini che manifestano e che hanno già evitato vari errori e danni ambientali; si deve agire sulla pianificazione democratica e concertata e non “dittatoriale” del ritorno alla normalità.
Prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II
9 ottobre 2008
venerdì 10 ottobre 2008
Iscriviti a:
Post (Atom)